Il nome che abbiamo scelto, cioè “TAGME - DIAMOCI DA FARE”, deriva dal dialetto balanta usato in Guinea Bissau. La famiglia che per prima aveva ospitato padre Roberto in un villaggio lo aveva ribattezzato “Tagme Nankidanke”. Nankidanke è il nome della famiglia, mentre Tagme significa “COLUI CHE SI IMPEGNA”, “colui che si mette alla prova” per entrare a far parte della famiglia a pieno titolo. La nostra volontà di partecipare all’impegno missionario di padre Roberto prende perciò il nome “Tagme”, inteso come “impegniamoci” o meglio “diamoci da fare”.
Le nostre attività sono iniziate da quando padre Roberto è partito per la Guinea Bissau e noi, rimasti in contatto con lui, abbiamo deciso di fare qualcosa di concreto per aiutarlo. Da allora (firmandoci “amici di padre Roberto”) abbiamo raccolto fondi, organizzando banchetti vendita e cene comunitarie oppure facendo dei piccoli lavori, cercando al contempo di informare la nostra comunità sulla difficile realtà in cui opera il nostro amico missionario.
Sappiamo che non cambieremo il mondo e non risolveremo i problemi della Guinea Bissau, ma siamo coscienti di poter iniziare a cambiare le cose a partire da noi stessi e dal sostegno che riusciamo a garantire alle persone, come padre Roberto, che lavorano ogni giorno a fianco di chi è meno fortunato di noi.