Mi chiamo Luca Vinati, dal 16 giungo di quest’anno (2018) sacerdote del PIME.
Sono nato a Brescia il 14 dicembre del 1974. Ho sempre vissuto a Roncadelle, una “cittadina” di circa 10 mila abitanti alle porte della città lombarda, realtà questa che, con il passare del tempo, ha perso le sue caratteristiche di paese tradizionale per trasformarsi in un “paese dormitorio”, un agglomerato di edifici di cemento armato e grandi centri commerciali, attraversati dall’autostrada Milano-Venezia.
Sono nato da una famiglia come tante altre: mio papà Mario è stato infermiere, insegante alla scuola per infermieri e infine caposala del pronto soccorso e 118 dell’Ospedale Civile di Brescia; mia mamma Giuditta casalinga a tempo pieno e, infine, mio fratello Piergiuseppe ora felicemente sposato con Michela; insieme hanno avuto due meravigliosi figli (miei nipoti): Federico di 11 anni e Camilla di 5.
Come vedete una famiglia come altre. In famiglia ho ricevuto la fondamentale educazione umana e cristiana, basata su valori quali il rispetto dell’altro, chiunque esso sia, la vita come dono da accudire e difendere, giustizia, cooperazione e solidarietà.
A Roncadelle ho trascorso la mia infanzia, adolescenza e giovinezza: qui ho coltivato le mie prime amicizie, ho frequentato le scuole elementari e medie e frequentato le varie attività della parrocchia, prima come animato e poi come catechista e animatore. A Roncadelle ho ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana e, a giugno 2018 (questo è stato un dono grande), ho ricevuto il sacramento dell’ordine.
Dopo le scuole medie, ho vissuto per quattro anni nel seminario diocesano di Brescia, frequentando la scuola magistrale. Con il senno di poi posso dire che il seme della mia vocazione era evidentemente già posto, ma non ancora pronto per morire e crescere: infatti nel 1992, una volta ottenuto il diploma magistrale, ho lasciato il seminario per intraprendere nuove e altre strade. Cammini questi che mi hanno portato, l’anno successivo, al servizio militare (artiglieria a Milano) e, poi, ad intraprendere la carriera universitaria: era il 1994 quando varcavo per la prima volta l’università di Verona, facoltà di Pedagogia (ora scienze della formazione). Nel frattempo vivevo il mio impegno cristiano e sociale: catechista e animatore in oratorio, membro della consulta della pace del comune di Roncadelle, con qualche “estremismo” tipico dei giovani come è stato, per esempio, la partecipazione a quel grande movimento di protesta sfociato nel 2001 con la manifestazione contro il g8 a Genova. L’humus respirato in famiglia e varie amicizie mi avevano riempito il cuore e la mente di ideali e desideri, spingendomi a una presenza attiva (forse troppo?!) alimentata da ideali e desideri che sono ancora qui dentro di me, magari un po’ contenuti, ma ancora qui ben presenti (prova è il fatto che mentre vi scrivo sento un qualcosa muoversi dentro di me).
Comunque, torniamo alla mia storia… Nel 1996 ho iniziato a lavorare part-time all’Auchan di Roncadelle, come addetto alle vendite: il reparto alimentari prima, poi quelli dei giocattoli, auto-bricolage, giardinaggio e casse, che mi hanno visto al lavoro per ben 10 anni. E cosa potevo fare in questo contesto (non di mia iniziativa, ma scelto e inviato, questo è stato il “live-motive” della mia vita) se non il rappresentante sindacale nella CGIL? Nel 2000 ho iniziato un secondo lavoro part-time, più consono ai miei studi universitari: educatore in un campo nomadi di Brescia.
Tutte queste esperienze, così in maniera naturale, mi stavano accompagnando pian piano a qualcosa che allora neanche immaginavo. In aggiunta a tutto questo, nel 2001 e negli anni successivi ho iniziato una serie di esperienze missionarie: Brasile (2001), Bangladesh (2002), Guatemala e San Salvador (2004, 2005, 2006) che hanno “risvegliato” quello che nel lontano 1988 era stato solo intuito e sentito.
Mi sentivo come il profeta Giona, che nonostante le sue fughe da Dio, alla fine si è ritrovato di fronte alla sua chiamata (ognuno c’è ne ha una), che da sapore e senso alla vita.
Cosi, nel 2007, dopo aver incontrato il PIME, sono entrato nel seminario filosofico di Roma. Qui ho studiato filosofia e fatto l’anno di spiritualità conclusosi con la promessa iniziale. Dopo un anno negli Stati Uniti per la lingua, nel 2010 sono andato nelle Filippine, per la scuola di Teologia nel seminario internazionale PIME di Tagaytay City, una ridente cittadina a 30 miglia da Manila.
Ma le sorprese non erano ancora finite: nel 2013, a seguito di vari problemi sorti nel mio cammino, decido di uscire dal seminario, per un periodo di pausa… il tempo seppur vicino non era ancora maturo.
In questo periodo ho lavorato a Brescia presso una comunità di accoglienza per persone dipendenti da stupefacenti e alcool. In questo periodo ho avuto la grazia, perché di grazia si tratta, attraverso il contatto delle fragilità degli altri, di fare esperienza delle mie fragilità, conoscendole e accettandole: condizione, questa, per iniziare un vero cammino di conversione e di affidamento a Colui che fa di ogni nostra debolezza un punto di partenza e di crescita.
Finalmente il tempo per me di andare a Ninive (vedete la storia di Giona) era arrivato. Nel 2016 rientro nel PIME; dopo sette mesi in Portogallo, lo stesso anno, a luglio, arrivo in Guinea Bissau, posto indicatomi dal superiore generale per ultimare la mia formazione. Il resto è storia recente: ho vissuto a Catiò dove a fine 2017 ho fatto la promessa definitiva e ricevuto il diaconato. A giugno 2018, una volta tornato in Italia, sono stato ordinato sacerdote nella mia parrocchia, come ho già detto. Ora, da novembre 2018, mi trovo qui a Bubaque assieme al vostro caro amico P. Roberto, per continuare questo viaggio chiamato vita, assieme a molta altra gente di solo qualche mese fa cui ignoravo l’esistenza, il tutto per fare un po’ di bene, secondo quelle che sono le mie capacità e anche secondo quelle che sono le mie fragilità, certo che Colui a cui ho dato tutta la mia vita sarà al mio fianco, e mi indicherà, come sempre ha fatto, quello che è il giusto cammino verso la bellezza e la felicità.
Un grazie a tutti per l’aiuto che ci date, soprattutto per la vicinanza e la compagnia.